Il personale sanitario ha una responsabilità enorme: prendersi cura della salute delle persone. Tuttavia, un aspetto spesso ignorato è che molti di loro trascurano la propria salute fisica e mentale. Medici, infermieri e farmacisti lavorano a ritmi serrati, con turni massacranti e livelli di stress altissimi, ma spesso non applicano su sé stessi i principi di prevenzione che consigliano ai loro pazienti.
Se un medico non ha abitudini sane, come può convincere gli altri a seguirle? Se un farmacista o un infermiere non si prende cura di sé, come può promuovere il benessere? E soprattutto: se la prevenzione non è una priorità nella loro vita, è davvero un caso che la soluzione più immediata che offrono ai pazienti sia spesso un farmaco invece di uno stile di vita migliore? Queste sono domanda che spesso mi pongo, ma che credo ormai si pongono i molti.
In questo articolo analizzeremo le condizioni di salute del personale sanitario, il paradosso della prevenzione dimenticata e le conseguenze che tutto questo ha sul sistema sanitario e sulla società. Perché la salute di una nazione si vede dalla salute dei suoi medici. Tutto ciò senza voler innescare polemiche e dibattiti.
1. Il Paradosso del Medico Che Non Si Cura
Ormai sappiamo che il lavoro non fa la persona ma vediamo insieme il paradosso del medico che non si cura punto per punto:
- Stress, turni massacranti e poco tempo per sé stessi
Medici e infermieri sono spesso sovraccarichi di lavoro, con turni di 12-14 ore, notti in ospedale e reperibilità costante. I farmacisti, pur avendo una routine diversa, sono sempre sotto pressione, specialmente nelle farmacie aperte 24 ore su 24. Il risultato? Stanchezza cronica, mancanza di sonno e poco tempo per occuparsi della propria salute.
- Sedentarietà e cattive abitudini alimentari
Molti operatori sanitari trascorrono la giornata tra ambulatori, corsie e farmacie, ma questo non significa che siano attivi fisicamente. Anzi, la maggior parte di loro non trova il tempo (o la voglia) di fare esercizio fisico. Inoltre, pasti veloci, cibo spazzatura e caffeina in eccesso sono spesso la norma.
- Burnout e disturbi mentali
Lo stress lavorativo porta a una condizione sempre più diffusa tra i sanitari: il burnout. Ansia, depressione e disturbi del sonno sono problemi comuni, ma raramente affrontati. Eppure, questi stessi professionisti consigliano ai pazienti di ridurre lo stress, dormire meglio e cercare aiuto psicologico. Perché allora loro non lo fanno?
- La prevenzione ignorata dai professionisti della salute
Nonostante abbiano accesso a tutte le informazioni sulla prevenzione, molti operatori sanitari non si sottopongono a controlli regolari. Troppo spesso saltano visite mediche, ignorano sintomi e rimandano esami fondamentali. Se la prevenzione è così importante per i pazienti, perché non dovrebbe esserlo anche per loro?
Evitano spesso di allenarsi e di rimanere attivi, dato la mole di impegni a cui sono soggetti, con un peggioramento dello stato di salute non solo fisica ma anche mentale. Vi posso far immaginare a quali effetti possono comportare anche nella vita dei altri.
2. Se Non Amano la Prevenzione, È Normale che Prescrivano Solo Farmaci
Cosi come non ci possiamo aspettare nient’altro da chi non ama la prevenzione che prescrivere solo finte soluzioni, ma vediamo punto per punto:
- Un approccio curativo invece che preventivo
Il sistema sanitario è spesso focalizzato sulla cura della malattia piuttosto che sulla prevenzione.
Questo atteggiamento è riflesso anche nei professionisti che ne fanno parte: se loro stessi non credono nei benefici dell’attività fisica, della meditazione o di un’alimentazione sana, come possono davvero promuoverli ai pazienti?
- L’abitudine a vedere il farmaco come unica soluzione
Quando un medico non ha esperienza diretta con l’attività fisica, la gestione dello stress o l’importanza di una corretta alimentazione, è più probabile che suggerisca una pillola piuttosto che un cambiamento nello stile di vita. Lo stesso vale per i farmacisti: spesso si limitano a consegnare farmaci senza fornire consigli su come ridurre il bisogno di assumerli.
- Un problema culturale: la medicina del “tampone”
Il sistema sanitario tende a risolvere i problemi nel breve termine, spesso senza affrontarne le cause profonde. Un paziente con ipertensione riceve un farmaco, ma gli viene detto di camminare almeno 30 minuti al giorno? Qualcuno con ansia viene riempito di ansiolitici, ma gli viene suggerita la meditazione o una migliore igiene del sonno?
Se il personale sanitario per primo non sperimenta i benefici di queste pratiche, è difficile che possa proporle con convinzione ai pazienti.
3. Le Conseguenze di un Sistema che Non Cura Chi Cura
Ma possiamo dire che spesso la causa non va solo indirizzata al personale di per se ma un sistema sanitario che non cura chi si deve prendere cura di noi :
- Sanitari stanchi e malati = pazienti con cure peggiori
Un medico stressato, un infermiere esaurito o un farmacista demotivato non possono offrire il miglior servizio possibile. La qualità dell’assistenza cala quando chi la eroga non è in salute.
- Aumento degli errori medici
La stanchezza e lo stress cronico aumentano il rischio di errori, dai dosaggi sbagliati alla distrazione nelle diagnosi. Questo mette a rischio la sicurezza dei pazienti.
- Un sistema sanitario a rischio collasso
Sempre più medici e infermieri lasciano la professione per il carico di lavoro insostenibile. Se non si intervenisse sulla loro salute e sul loro benessere, il sistema sanitario potrebbe non riuscire a reggere a lungo.
4. Come Cambiare Questo Circolo Vizioso
- Cultura del benessere nel settore sanitario
È essenziale un cambiamento culturale: chi lavora nella sanità deve essere incentivato a prendersi cura di sé, con programmi di prevenzione, sport, gestione dello stress e supporto psicologico.
- Formazione sulla salute personale per i sanitari
Nei corsi di medicina e nelle scuole per infermieri e farmacisti dovrebbe essere obbligatoria una formazione su benessere e prevenzione, non solo per i pazienti, ma anche per i professionisti stessi.
- Politiche aziendali per la salute dei lavoratori sanitari
Ospedali, cliniche e farmacie dovrebbero offrire servizi di supporto:
• Piani di attività fisica per il personale
• Orari più sostenibili per ridurre il burnout
• Spazi di relax e mindfulness negli ospedali
• Controlli medici regolari per il personale
- Incentivi alla prevenzione nel settore sanitario
Dovrebbero esserci incentivi per i professionisti della salute che seguono stili di vita sani, come sconti su palestre, corsi di mindfulness gratuiti o giorni di permesso per attività di prevenzione.
Il personale sanitario e farmaceutico ha il compito di promuovere la salute, ma troppo spesso ignora la propria. Se chi cura non sta bene, l’intero sistema sanitario ne risente. È tempo di cambiare mentalità: non si può predicare il valore della prevenzione senza applicarlo nella propria vita.
Un medico che fa attività fisica consiglierà con più convinzione l’esercizio ai pazienti. Un infermiere che pratica la mindfulness saprà quanto sia utile per gestire lo stress. Un farmacista attento alla nutrizione avrà più strumenti per suggerire alternative ai farmaci quando possibile.
Prendersi cura della propria salute non è un lusso, ma una necessità. Se chi lavora nella sanità iniziasse a vivere davvero ciò che predica, forse avremmo …. rispondi tu nei commenti?


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